I: Ciao Fausto, o Krausto, come preferisci? Insomma, sei un vero e proprio "one-man-band" dell'animazione, giusto? Videomaker, art director, illustratore... da dove nasce questa passione poliedrica?

K: Ciao! Fausto va benissimo. Beh, diciamo che mi sono sempre divertito a sperimentare con le immagini. Fin da piccolo disegnavo moltissiomo, riempiendo decine di quaderni con personaggi, fumetti e invenzioni assurde. Con i disegni, riuscivo ad esprimermi molto di più di quanto non riuscissi con le parole. Poi, anni dopo, ho rubato a mio padre, una vecchia cinepresa super8 che non usava più e mi sono appassionato anche al video e all'animazione in stop motion.

I: Ti definisci un artigiano dei video in animazione. Come descriveresti il tuo lavoro?

K: Sì, "Artigiano dell'animazione", mi piace. Mette in risalto l'effettivo lavoro manuale che c'è dietro ad ogni video. Anche se utilizzo prevalentemente "attrezzi" digitali, il concetto non cambia. Ogni progetto è un percorso unico, uno stimolo che mi permette ogni volta di sperimentare tecniche nuove e reinventarmi, per comunicare il messaggio e le emozioni che desidero, nel modo più efficace possibile.

I: Ti occupi in prima persona, di ogni fase della creazione dei tuoi video?​

K: Si, mi occupo di tutte le fasi di ogni progetto: dall'idea creativa allo story-board, dalle illustrazioni all'animazione, fino alla regia, alla grafica e al 3D. Nei progetti di grandi dimensioni mi avvalgo anche del supporto di talentuosi professionisti del settore. Lavorare con una squadra affiatata permette di ottenere risultati straordinari e di far crescere ogni progetto sotto ogni aspetto.

I: E hai lavorato con dei mostri sacri della musica italiana: Vasco, Jovanotti, Loredana Bertè oltre ad molti altri artisti della scena indipendente... come ci si sente a dare forma visiva alle loro canzoni?

K: A differenza dei lavori per le agenzie, dove i limiti sono ben definiti, con gli artisti ho spesso carta bianca. Questa libertà, unita alla rilevanza mediatica del progetto, da una parte mette a dura prova il mio lato emotivo: è come trovarsi di fronte a un abisso di possibilità, dove ogni scelta può segnare potenzialmente il mio futuro. Dall’altra parte, quella più eccitante, posso lavorare finalmente, con una libertà creativa che raramente altri video offrono.

I: E poi ci sono le collaborazioni con grandi marchi come Mulino Bianco e Ferrero. Come cambia l'approccio quando si tratta di pubblicità?

K: In quel caso, il focus è comunicare un messaggio efficace e creativo. La sfida più grande è trovare un equilibrio tra l'identità del marchio e la mia visione personale, che a volte può essere esteticamente molto distante. Questi lavori sono una sorta di sfida che mi permette di ampliare i miei orizzonti, imparare e affinare nuove tecniche, cosa che si rivela estremamente utile anche per i miei progetti più personali.

I: Qual è la tua personale ricetta per la creatività? Come si svolge il tuo processo?

K: Il processo creativo è un viaggio affascinante, un'altalena di ispirazione e ricerca. A volte, leggendo un brief o ascoltando un nuovo brano, si accende una scintilla, un'immagine vivida che si impone nella mia mente. Da lì, la storia si sviluppa quasi da sola. Altre volte, invece, il messaggio da comunicare è più complesso, più stratificato. In questi casi, il processo creativo assume una forma diversa. Diventa un lavoro di ricerca, di scavo, di analisi. Mi immergo nel soggetto, raccolgo informazioni, studio i riferimenti. Poi lascio tutto sedimentare e solo dopo, a mente fredda comincio a tirar giù i primi bozzetti. È un processo più razionale, ma non per questo meno creativo. Si tratta di trovare il modo di dare forma visiva a concetti, di tradurre un messaggio in un linguaggio visivo che sia allo stesso tempo efficace e originale.

I: Se potessi tornare indietro nel tempo e parlare con quel bambino che riempiva quaderni di disegni, cosa gli diresti?

K: Gli direi di continuare a sognare e a disegnare senza paura. Di non smettere mai di sperimentare, di sbagliare, di ricominciare e di osare. Di non farsi rubare dagli altri la fiducia in se stesso credendo sempre nelle sue idee, fino in fondo, senza compromessi.

I: E quali sono i progetti futuri di Krausto? Hai qualche sogno nel cassetto?

K: Mi piacerebbe sperimentare di più con tecniche manuali, per andare un po' in controtendenza con l' AI che sta monopolizzando il settore. Un cortometraggio e poi chissà…

*alcuni estratti dai quaderni e fogli citati nell’intervista.